
Tesseramento, obbligo assicurativo e responsabilità verso terzi nelle ASD: un’analisi delle lacune normative e dei rischi patrimoniali per i rappresentanti legali
Le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) costituiscono il pilastro del movimento sportivo di base in Italia, ma la gestione corretta degli obblighi di tesseramento e copertura assicurativa è spesso oggetto di sottovalutazioni o fraintendimenti, con potenziali rischi giuridici ed economici significativi, specialmente per il Presidente e gli altri membri del consiglio direttivo.
Tesseramento e iscrizione: un binomio inscindibile
Ai fini del pieno riconoscimento all’interno dell’ordinamento sportivo, l’adesione a un’ASD costituisce il presupposto per il tesseramento a una Federazione Sportiva Nazionale (FSN), a un Ente di Promozione Sportiva (EPS) o a una Disciplina Sportiva Associata (DSA). Questo meccanismo, definito dalle disposizioni regolamentari degli organismi sportivi, implica che la qualifica di tesserato sia subordinata all’acquisizione della qualifica di socio dell’associazione.
Da un punto di vista documentale, è fondamentale che il libro soci sia costantemente aggiornato e coerente con gli elenchi dei tesserati forniti all’Ente sportivo, anche per evitare rilievi in sede di controllo fiscale e ai fini del riconoscimento della natura associativa dell’ente ex art. 148 del TUIR e 90 della L. 289/2002.
Obbligo assicurativo: i minimi previsti dal Decreto del 3 novembre 2010
Il D.M. 3 novembre 2010, emanato in attuazione dell’art. 51 della L. 289/2002, impone agli organismi sportivi il dovere di garantire coperture assicurative a favore dei propri tesserati – atleti, tecnici e dirigenti – contro gli infortuni occorsi nell’ambito delle attività sportive.
Tuttavia, le polizze attivate in adempimento di tale obbligo presentano in genere livelli minimi di copertura, spesso limitati al riconoscimento di un indennizzo in caso di morte o invalidità permanente, con franchigie elevate e indennizzi modesti. Tali coperture risultano, quindi, inadeguate a tutelare realmente l’integrità psico-fisica dei soggetti coinvolti, soprattutto in caso di infortuni meno gravi ma comunque rilevanti.
Ambito di validità della copertura assicurativa obbligatoria
Le garanzie offerte dalle polizze obbligatorie risultano circoscritte alle attività direttamente organizzate dall’associazione, includendo:
- le competizioni e manifestazioni ufficiali;
- le sedute di allenamento preventivamente autorizzate e monitorate;
- i trasferimenti da e verso i luoghi delle attività.
È importante sottolineare che la copertura assicurativa non include i danni a terzi (es. spettatori, accompagnatori, genitori), né si estende ai volontari non formalmente tesserati. Ciò comporta che, in caso di sinistri riconducibili a colpa dell’ente, l’ASD e i suoi rappresentanti possono essere esposti a richieste risarcitorie, talvolta anche ingenti.
Il nodo della responsabilità civile: coperture facoltative ma essenziali
La normativa vigente non impone la stipula di una polizza per la responsabilità civile verso terzi (RCT), eppure questa si configura come uno strumento imprescindibile nella gestione prudente di un’associazione sportiva.
Una RCT adeguata consente di coprire i danni causati a soggetti estranei all’organizzazione (genitori, visitatori, altri atleti, terzi coinvolti in eventi), limitando l’esposizione patrimoniale non solo dell’associazione, ma anche dei membri del consiglio direttivo, incluso il Presidente, che in assenza di copertura possono essere chiamati a rispondere in via personale ai sensi degli articoli 2043 e 2050 del Codice Civile e, in presenza di particolari profili di colpa, anche per danno erariale o responsabilità gestionale.
Esempi ipotetici di danno:
- Infortunio a un genitore durante una manifestazione: Un genitore scivola su una superficie bagnata non segnalata durante un evento sportivo, riportando lesioni. L’ASD potrebbe essere ritenuta responsabile per mancata adozione di misure di sicurezza adeguate.
- Danno a un visitatore causato da un’attrezzatura difettosa: Durante una visita alle strutture dell’ASD, un visitatore subisce un infortunio a causa del cedimento di una panchina difettosa. L’associazione potrebbe essere chiamata a rispondere per negligenza nella manutenzione delle attrezzature.
- Lesione a un atleta non tesserato durante una prova: Un individuo partecipa a una sessione di prova senza essere formalmente tesserato e subisce un infortunio. In assenza di copertura assicurativa specifica, l’ASD potrebbe essere esposta a richieste risarcitorie.
Considerazioni operative e riflessioni finali
Un caso emblematico riguarda la decisione del Tribunale di Bologna, che ha riconosciuto la responsabilità solidale di un’ASD per un danno arrecato a un terzo durante una competizione sportiva. In particolare, un atleta tesserato ha causato un infortunio a un altro partecipante, e il giudice ha ritenuto l’associazione responsabile ai sensi dell’art. 2049 c.c., che disciplina la responsabilità dei padroni e dei committenti per i danni arrecati dai loro dipendenti o ausiliari nell’esercizio delle incombenze a cui sono adibiti. Il tribunale ha sottolineato che il rapporto tra l’ASD e l’atleta tesserato comporta un potere di direzione e controllo da parte dell’associazione, rendendola quindi corresponsabile per gli atti compiuti dall’atleta nell’ambito delle attività sportive organizzate.
Alla luce delle lacune delle coperture obbligatorie e della frequente sottovalutazione del rischio connesso alla responsabilità civile, si suggerisce quanto segue:
- Analisi periodica delle polizze attivate tramite EPS/FSN/DSA, verificandone i massimali, le franchigie e le esclusioni.
- Stipula di una polizza RCT personalizzata, tarata sulle reali attività svolte dall’associazione (es. multisport, eventi pubblici, attività con minori).
- Coinvolgimento del consiglio direttivo nella valutazione del rischio e nella scelta delle coperture assicurative, con verbalizzazione delle decisioni.
- Attenzione alla formazione dei volontari, anche sotto il profilo assicurativo e antinfortunistico, per limitare l’esposizione a responsabilità oggettive.
L’evoluzione del quadro normativo e le responsabilità sempre più articolate che gravano sugli enti sportivi dilettantistici impongono un approccio professionale anche alla gestione assicurativa. Non si tratta solo di un obbligo di legge, ma di una vera e propria leva di tutela patrimoniale e reputazionale.
Vincenzo D’Anzica
Dottore Commercialista e Revisore Contabile