
Certificazione Unica 2025: aggiornamenti, obbligati all’invio, esenzioni previste e rischi in caso di errori o ritardi
Premessa
La Certificazione Unica (CU) è un documento fiscale essenziale che i sostituti d’imposta devono rilasciare ai percipienti di redditi da lavoro dipendente, assimilato e autonomo. Essa riepiloga i compensi erogati e le ritenute applicate nel corso dell’anno fiscale precedente.
Con la CU 2025, relativa ai redditi percepiti nel 2024, sono state introdotte alcune novità significative, soprattutto in relazione alle tempistiche di trasmissione e agli obblighi per specifiche categorie di contribuenti. Il decreto “Adempimenti” (D.Lgs. n. 1/2025) ha semplificato alcune procedure, esentando dall’invio della CU coloro che operano in regime forfettario e nel regime fiscale di vantaggio. Questo cambiamento mira a ridurre la burocrazia per i professionisti e le piccole imprese.
Scadenze e modalità di invio
Il termine ultimo per la trasmissione della Certificazione Unica 2025 all’Agenzia delle Entrate è fissato per il 17 marzo 2025. Contestualmente, il sostituto d’imposta deve consegnare una copia della CU al percipiente affinché questi possa predisporre la dichiarazione dei redditi.
L’invio deve avvenire esclusivamente in via telematica attraverso il servizio Entratel o Fisconline, con la possibilità di delegare l’adempimento a un intermediario abilitato. Nel caso di CU contenenti esclusivamente redditi esenti o non dichiarabili attraverso il modello 730 precompilato, il termine di invio è posticipato al 31 ottobre 2025, in concomitanza con la scadenza del modello 770.
CU e Regimi Agevolati: chi è esentato?
Una delle principali novità introdotte dal decreto “Adempimenti” è l’esonero dall’obbligo di invio della Certificazione Unica per i contribuenti in regime forfettario e per quelli che adottano il regime fiscale di vantaggio. Questo significa che le Partite IVA con ricavi inferiori a 85.000 euro (nuova soglia dal 2024) e che operano nel regime forfettario non sono più tenute a rilasciare la CU per i compensi corrisposti.
Rimangono comunque obbligati all’invio coloro che effettuano ritenute d’acconto per prestazioni occasionali, redditi di lavoro dipendente e assimilato, e per le collaborazioni coordinate e continuative.
Sanzioni per ritardi, errori e omissioni della CU
Il mancato rispetto delle scadenze comporta sanzioni amministrative di entità variabile:
- Omissione dell’invio: 100 euro per ogni certificazione non trasmessa, con un massimo di 50.000 euro per sostituto d’imposta.
- Invio tardivo entro 60 giorni dalla scadenza: sanzione ridotta a 33,33 euro per certificazione, con un massimo di 20.000 euro.
- Errori o omissioni nel contenuto della CU: è possibile sanare l’irregolarità inviando una certificazione correttiva entro il 31 ottobre 2025 senza incorrere in sanzioni.
Conclusioni
La Certificazione Unica 2025 conferma la sua centralità nel sistema fiscale italiano, garantendo trasparenza e correttezza nei rapporti tra lavoratori, imprese e Agenzia delle Entrate. Le novità introdotte semplificano le procedure per alcune categorie di contribuenti, ma al tempo stesso impongono ai sostituti d’imposta una maggiore attenzione nel rispetto delle scadenze e nella correttezza dei dati trasmessi.
Per evitare problemi e sanzioni, è consigliabile affidarsi a professionisti del settore fiscale che possano garantire una gestione accurata e tempestiva degli adempimenti.
Vincenzo D’Anzica
Dottore Commercialista e Revisore Contabile