Vediamo quali sono gli errori più frequenti dei sodalizi sportivi ed in che modo prevenirli o porvi rimedio
La ragione sociale
Sembra banale, ma ancora oggi la maggior parte delle Associazioni e delle Società Sportive Dilettantistiche NON riporta correttamente la propria ragione sociale. L’errore, potenzialmente letale, è quello di non riportare la dicitura estesa né l’acronimo A.S.D. o S.S.D. nella denominazione. Per ragione sociale non si intende solamente l’intestazione della modulistica, ma anche le insegne, i documenti ufficiali, persino le pagine dei social o i blog.
Ricordiamo che, per l’ottenimento dei benefici disponibili e per operare in regime di decommercializzazione, è necessario osservare obblighi e prescrizioni di legge.
Infatti nella legge 289 art. 90 comma 17 è riportato:
“Le società e associazioni sportive dilettantistiche devono indicare nella denominazione sociale la finalità sportiva e la ragione o la denominazione sociale dilettantistica…“
Mentre nella circolare n°21/E del 22 aprile 2003 dell’Agenzia delle Entrate a pagina 7:
“Parimenti costituisce condizione per il godimento dei benefici fiscali l’adozione della denominazione indicata nel citato comma 17 dell’art. 90, che deve essere utilizzata in tutti i segni distintivi o comunicazioni rivolte al pubblico…“
Dunque omettere la natura del sodalizio nella ragione sociale è un vero e proprio suicidio, soprattutto per le conseguenze sanzionatorie che avranno anche carattere retroattivo in caso di contestazioni.
Principio di democraticità
Una delle violazioni più immediate e palesi da contestare è il mancato rispetto del principio di democraticità. Tale principio intende impedire che un numero limitato di associati possa assumere il controllo dell’ente di cui fanno parte con la finalità di ottenere benefici personali e, quindi, utilizzare in maniera distorta tale forma giuridica. Come chiarito anche dalla circolare n°18/E del 1 agosto 2018, le violazioni più comuni possono riferirsi a:
- Mancanza assoluta di forme di comunicazione idonee ad informare gli associati delle convocazioni assembleari e delle decisioni degli organi sociali;
- Presenza di diverse quote associative alle quali corrisponda una differente posizione del socio in termini di diritti e prerogative, rispetto alla reale fruizione e godimento di determinati beni e servizi;
- Esercizio limitato del diritto di voto (dovuto alla presenza, di fatto, di categorie di associati privilegiati) in relazione alle deliberazioni inerenti l’approvazione del bilancio, le modifiche statutarie, l’approvazione dei regolamenti, la nomina di cariche direttive, ecc.
E’ quindi consigliato avere una durata limitata del consiglio direttivo, avere traccia di tutte le convocazioni assembleari, evitare disparità di diritti tra soci, verbalizzare qualsiasi decisione, ecc.
Pubblicità e marketing
Su questo non si scherza, le conseguenze possono essere pesantissime in termini di perdita di benefici e di attività sanzionatorie. Bisogna fare molta attenzione a cosa si pubblicizza e si scrive, ricordate che non c’è solo un potenziale pubblico da raggiungere, ma anche potenziali occhi indiscreti da evitare!
Quante volte abbiamo letto “la mia associazione” o “l’associazione di Tizio”? Errore imperdonabile! Oltre, come già scritto, a dover riportare correttamente la ragione sociale, bisogna sempre far riferimento al sodalizio come soggetto collettivo, che non può quindi appartenere a nessuno se non ai soci. Addirittura anche prestare la propria immagine potrebbe comportare problemi, a maggior ragione se si è titolari di partite IVA individuali o se si hanno competenze o si esercitano attività non ricomprese all’interno degli statuti dei sodalizi.
Infine, mai dimenticare che TUTTI gli iscritti devono vedersi garantiti gli stessi diritti e le stesse condizioni.
Avete presente quegli slogan del tipo “iscrizione gratis ai primi 50” o “se porti un amico hai un mese gratis”? NON VA BENE! Ognuno deve godere delle stesse condizioni (ricordate il famigerato principio di democraticità…), quindi non è possibile garantire la gratuità limitata ad alcuni soggetti e ad alcuni periodi temporali. Dimenticate i famosi black friday perchè costituiscono una pratica scorretta e pericolosa. E ricordate che nessuno può godere delle strutture sportive e dei servizi offerti se non ha prima completato l’iter di iscrizione. La classica lezione di prova non può essere offerta. Gli open day potrebbero essere sostituiti da esibizioni o lezioni all’aperto, purchè tenute dai soli iscritti.
Vincenzo D’Anzica
Dottore Commercialista e Revisore Contabile